Il fenomeno del “italian sounding”: i marchi che sembrano italiani ma non lo sono

Quando si parla di “italian sounding” ci si riferisce a tuti quei marchi che hanno un nome altisonante che fa sembrare il prodotto proveniente dall’Italia, fattore che spesso conquista la fiducia dei consumatori che sono sempre alla ricerca di prodotti italiani, non solo in Italia ma soprattutto all’estero dove la contraffazione alimentare è un business da miliardi e miliardi di dollari. Ma come è possibile che questi marchi vengano registrati senza destare sospetti e preoccupazioni?

Il requisito della liceità

Un marchio, perché possa essere registrato e depositato presso l’ufficio marchi e brevetti, deve rispettare il requisito della liceità cioè non essere contrario al buon costume e al buon gusto nonché non ingannare il consumatore. È infatti fondamentale che il consumatore non riceva false informazioni dal marchio in merito alla provenienza, per esempio. Un marchio non deve ingannare un consumatore che pensa di acquistare un prodotto proveniente a una certa zona ma invece non è così. Il marchio è solo un segno distintivo e non ha la funzione di dare incoroni sulla provenienza.

Ma come fanno allora?

La legislazione italiana, soprattutto quando si parala del settore alimentare, è molo severa anche più rigida rispetto anche a trattati europei e internazionali, perciò si può tranquillamente affermare che i consumatori italiani sono più tutelati di tutti. Per aggirare l’ostacolo della liceità come fattore dispensabile per poter registrare un marchio, le aziende fanno così: registrano marchi e brevetti all’estero dove le leggi sono meno severe che in Italia. In questo modo, si riesce a registrare un marchio che sembra abbia qualche cosa a che fare con il cibo italiano.

Una cosa simile accade oggi con moltissimi prodotti di cosmetica, e non solo, dove la parola “Bio” è presente nel nome del prodotto o nel marchio senza che però ci sia nulla di biologico nel prodotto in sé. Si tratta di un fenomeno molto simile che vien fatto apposta per ingannare i consumatori che non prestano attenzione alla formulazione alla lista degli ingredienti.